Per gli emigranti del dopoguerra, le associazioni hanno rappresentato il legame con l'Italia, con il loro luogo di provenienza, con le loro tradizioni, con il dialetto, e uno dei pochi modi per potersi incontrare e conoscere persone provenienti dalla stessa regione o addirittura dallo stesso piccolo paese di provincia.
Eppure molte di queste associazioni del NSW non sono riuscite a sopravvivere e sono scomparse, oppure hanno difficoltà a mantenere in vita la loro attività a causa del basso numero di membri; questo anche in conseguenza dello scarso interesse dei giovani.
Il quadro che è scaturito all'incontro indica che le associazioni non sono per nulla in una fase di estinzione, ma che in alcuni casi stanno continuando ad espandersi; ne sono nate di nuove e che, se invitati nel modo giusto, i giovani partecipano, e alle volte addirittura sostituiscono i loro genitori alla guida delle associazioni.
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Secondo il senatore Francesco Giacobbe, che era presente all'incontro, il successo di una associazione è legato allo stare al passo con i tempi.
"Oggi ovviamente c'è un problema oggettivo di, diciamo, calo di interesse nell'associazionismo tradizionale però c'è anche una forte domanda di cultura e quindi chi si occupa prettamente di attività culturali penso che abbia molto spazio non solo nel presente ma anche nel futuro", ha dichiarato Giacobbe.
Secondo il presidente del Comites del New South Wales, Luigi De Martino, uno dei problemi che è emerso all'incontro è che molte associazioni non hanno una sede, e il Comites si metterà al lavoro per aiutarle a far fronte a questo problema.
"Un altro argomento che è emerso è quello del cercare di fare rete e cercare di completarsi a vicenda”, ha dichiarato De Martino.
"Abbiamo visto che ci sono tante associazioni di seconda e terza generazione che vogliono imparare l'italiano e allo stesso tempo abbiamo visto che ci sono organizzazioni come la Dante Alighieri, che cercano alunni che studiano italiano e quindi questo potrebbe essere un opportunità per completarci", ha aggiunto.
